Senza Memoria, nessun futuro.


Senza Memoria, nessun futuro; il Museo Storico della Liberazione di Via Tasso ieri e oggi è il titolo dell'iniziativa che dedichiamo a questa istituzione fondamentale per Roma e l'Italia tutta.
Per conoscerla meglio, ne parliamo con il suo presidente, il prof. Antonio Parisella.

8 settembre 1943: senso storico e conseguenze sociali e politiche sul percorso dell'Italia Repubblicana


Un'idea non muore. In ricordo di Carla e Valerio Verbano.


Giovedì 6/09/2012 alle ore 18 (PUNTUALI) presso il Parco Marta Russo di Labaro (ingresso Via Gemona del Friuli), nell'ambito della Festa dell'Unità Comunista, la sezione ANPI Martiri de La Storta ti invita alla serata in ricordo di Carla e Valerio Verbano.

Intervengono Marco Capoccetti Boccia, autore del libro "Valerio Verbano, una ferita ancora aperta, passione e morte di un militante comunista", Alessandra Magrini, attrice e autrice dello spettacolo teatrale "Rosso Vivo", Marco Geppetti di Astra 19 e Palestra Popolare Valerio Verbano che ha conosciuto Valerio e ha seguito Carla nelle scuole per la presentazione del suo libro.


Tra gli interventi, letture tratte da "Sia folgorante la fine" di C.Verbano e A.Capponi.

Partecipa sull'evento fb: https://www.facebook.com/events/370259083043682/?ref=ts

Conferenza Stampa e sit-in dell'ANPI di Roma contro iniziativa fascista in Campidoglio

NON SI PUÒ CELEBRARE CHI HA FATTO, IN COLLABORAZIONE CON I NAZISTI, STRAGE DI PARTIGIANI E CIVILI ITALIANI. L'appello dell’ANPI di Roma. Martedì 19 giugno Conferenza Stampa alla Camera alle ore 11,30. Sit-in alle 16,30 a Piazza Madonna di Loreto (lato Colonna Traiana)

Il prossimo 19 giugno nella sala Pietro da Cortona dei Musei Capitolini dovrebbe essere ospitata la terza edizione del “premio Duelli-Gallitto”, un evento dedicato alla memoria dell’ausiliaria scelta Raffaella Duelli e del comandante Bartolo Gallitto, entrambi della X MAS, organizzato dall’associazione “X flottiglia MAS” e da quelle “Campo della Memoria” ed “Armata Silente”. Queste sono organizzazioni di chiara matrice nostalgica e revisionista, nate per celebrare la repubblica sociale italiana ed il fascismo.
 
In particolare, l’associazione che promuove il premio è intitolata alla X MAS (anche se fittiziamente il nome fa riferimento a quello della struttura militare della Marina Reale, dalla quale prese il nome la formazione fascista), una delle più famigerate formazioni repubblichine attiva dal 1943 al 1945, che operò con i reparti nazisti sia in operazioni militari ed in attività antipartigiane, durante le quale impiegò metodi di repressione violenti e terroristici macchiandosi di numerosi crimini di guerra, sia in rastrellamenti e deportazioni di ebrei ed altri civili italiani. Essa fu fondata in seguito all'armistizio dell'8 settembre da Junio Valerio Borghese, condannato nel 1949 per concorso nell'omicidio di otto partigiani a Valmozzola e per il reato di collaborazione militare con i tedeschi per aver fatto eseguire ai suoi uomini continue e feroci azioni di rastrellamento ai danni dei partigiani che, di solito, si concludevano con la cattura, le sevizie particolarmente efferate, la deportazione e l'uccisione degli arrestati, allo scopo di rendere tranquille le retrovie dell'esercito invasore. Lo stesso Borghese fu poi tra i promotori del fallito colpo di stato del 1970.

Già è difficile giustificare perché una associazione che celebri questa famigerata formazione, in palese contrasto con la nostra Costituzione e le leggi della Repubblica Italiana, possa ancora essere tollerata ma è ancora più assurdo constatare che il sindaco Alemanno ne ospiti le iniziative nelle sale più prestigiose del Campidoglio.
 
La celebrazione di chi ha fatto, in collaborazione con i nazisti, strage di partigiani e civili italiani non deve avvenire nel silenzio dei democratici e degli antifascisti.
 
L’ANPI si fa perciò promotrice, nello stesso giorno, di una manifestazione di tutti gli antifascisti romani ai piedi del Campidoglio, che denunci a tutta la città (che rischia di non accorgersene, come è successo per le edizioni degli scorsi due anni di questa squallida iniziativa) ed ai turisti che la visitano, questo scempio della memoria di una città Medaglia d’Oro della Resistenza, ribadendo altresì l’indegnità del sindaco che la governa. A questa manifestazione chiamiamo le forze politiche e sindacali, il mondo dell’associazionismo, la società civile, tutti i sinceri antifascisti che hanno partecipato alla grande, bellissima manifestazione del 25 aprile, i quali siamo convinti che aderiranno al nostro appello perché lo spirito antifascista è ancora forte a Roma.
 
Il sit-in si svolgerà dalle h 16:30 del 19 giugno in Piazza Madonna di Loreto (a fianco della Colonna Traiana). Sempre il 19 giugno, alle 11:30 è convocata una conferenza stampa nella Sala Conferenze Stampa della Camera, che illustrerà le ragioni dell’iniziativa.

Presentazione del libro "Guerra alle donne" - 21 giugno 2012, ore 18 a Grottarossa

La sezione ANPI Martiri de La Storta ha il piacere di invitarti giovedì 21 giugno 2012 alle ore 18 presso la sezione PRC "Amos Bigonzi" di Grottarossa, Via dell'Ospedaletto Marziale 8, alla presentazione del libro "Guerra alle donne. Partigiane, vittime di stupro, «amanti del nemico» di Michela Ponzani, (Enaudi 2012).

Oltre all'autrice, ne discuteremo con Bianca Bracci Torsi, vicepresidente dell'ANPI di Roma e responsabile nazionale Memoria e Antifascismo del PRC.

Letture ad opera delle compagne iscritte all'ANPI.

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«Questo nodo interiore irrisolvibile sta tutto nelle memorie, nelle singole storie delle donne; è da qui che bisogna partire per comprendere come sia possibile che nonostante la gioia della liberazione e pur ritrovandosi "vinti ma salvi" si resti "ognuno con le proprie ferite; quelle visibili e quelle invisibili, le cui cicatrici rimangono indelebili"».

Michela Ponzani, Guerra alle donne. Partigiane, vittime di stupro, «amanti del nemico» (1940-45)

Michela Ponzani (Roma 1978) ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia contemporanea all'Università di Firenze. Già borsista della Fondazione Luigi Einaudi di Torino, attualmente è ricercatrice dell'Istituto storico germanico di Roma. È autrice di numerosi saggi e studi sulla Resistenza e sull'Italia repubblicana. Fra le sue pubblicazioni: L'offensiva giudiziaria anti-partigiana nell'Italia repubblicana (1945-1960) (Aracne, 2008), Senza fare di necessità virtú, con Rosario Bentivegna (Einaudi, 2011) e Guerra alle donne. Partigiane, vittime di stupro, «amanti del nemico» (1940-45) (Einaudi, 2012).



Presentazione libro: VOCI DAL LAGER





La sezione ANPI Martiri de La Storta vi invita tutte/i a partecipare alla presentazione del libro "Voci dal lager. Diari e lettere di deportati politici 1943-1945" di Mario Avagliano e Marco Palmieri.
L'appuntamento è per venerdì 27 marzo alle 18,30 presso la sede del Circolo PD Ponte Milvio, in via della Farnesina, 37.
Testimonianza di Vera Michelin Salomon, ex detenuta politica nella germania nazista.
Interviene: Mario Avagliano Giornalista e storico, autore di numerose pubblicazioni, vice presidente dell'ANPI di Roma.
Letture a cura di Silvia Pettini e Duccio Pedercini, esecuzione canti dei deportati a cura di Simone Colaiacomo e Fabio Zona.
Scheda libro:
EINAUDI Anno 2012
ET Saggi pp. XLIV - 419 € 14,00
ISBN 9788806209919
Il libro nel sito Einaudi

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Autori:

Mario Avagliano, giornalista e storico, è membro dell'Istituto Romano per la Storia d'Italia dal Fascismo alla Resistenza (Irsifar), della Società Italiana per gli Studi di Storia Contemporanea (Sissco) e del comitato scientifico dell’Istituto “Galante Oliva”, e direttore del Centro Studi della Resistenza dell'Anpi di Roma-Lazio. Collabora alle pagine culturali de Il Messaggero e de Il Mattino. Con Einaudi ha pubblicato: Generazione ribelle. Diari e lettere 1943-1945 (2006); Gli internati militari italiani. Diari e lettere dai lager nazisti 1943-1945 (2009); Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia. Diari e lettere 1938-1945 (2011).

Marco Palmieri, giornalista e storico, è membro dell'Istituto Romano per la Storia d'Italia dal Fascismo alla Resistenza (Irsifar) e della Società Italiana per gli Studi di Storia Contemporanea (Sissco) e collabora col Centro Studi della Resistenza dell'Anpi di Roma. Con Einaudi ha pubblicato: Gli internati militari italiani. Diari e lettere dai lager nazisti 1943-1945 (2009); Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia. Diari e lettere 1938-1945 (2011).

Descrizione

L’incubo ricorrente di Primo Levi mentre si trovava ad Auschwitz, era quello di tornare in Italia e raccontare la terribile realtà del lager a parenti e amici senza essere creduto. «È un godimento intenso, fisico, inesprimibile, essere nella mia casa, fra persone amiche, e avere tante cose da raccontare: ma non posso non accorgermi che i miei ascoltatori non mi seguono. Anzi, essi sono del tutto indifferenti: parlano … come se io non ci fossi. Mia sorella mi guarda, si alza e se ne va senza far parola. Allora nasce in me una pena desolata…: è dolore allo stato puro».

Nel dopoguerra gli ex deportati si trovarono «immersi in un dolore che rifiuta l'espressione narrativa», che ebbe tra le sue ragioni di fondo il «tentativo di rimuovere una esperienza troppo forte, troppo violenta, capace di mettere in discussione radicalmente le nostre certezze di uomini occidentali e per questo profondamente inquietante», la paura di non essere creduti, la difficoltà di esprimere compiutamente l’orrore vissuto, il senso di colpa per essersi salvati, il rifiuto da parte di editori, storici, mass media di ascoltare e di far conoscere quanto era accaduto nei campi di concentramento tedeschi. Questo insieme di fattori ha determinato un vuoto di memoria e di conoscenza che ancora oggi stenta ad essere pienamente colmato, in modo particolare per i deportati politici e i lavoratori coatti, ai quali è dedicata questa ricerca.

Eppure le statistiche attestano che si trattò di un fenomeno niente affatto irrilevante, visto che i deportati politici italiani (membri o collaboratori del movimento resistenziale o sospettati di antifascismo) furono circa 24 mila (10.129 di loro, pari a circa il 42,5% del totale, morirono nei lager), mentre altri 100.000 italiani (ignari cittadini, sospettati di antifascismo, renitenti alla leva, detenuti comuni, ostaggi) furono precettati o rastrellati e trasferiti nel Reich dopo l’armistizio come lavoratori coatti.

In questo studio – parte di un progetto più ampio sulle lettere e i diari dell’epoca nell’ambito del quale Einaudi ha già pubblicato “Generazione Ribelle”, “Gli Internati Militari Italiani” e “Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia” – si è deciso di prendere in esame contestualmente i deportati politici e i lavoratori coatti poiché, per quanto le due vicende sono profondamente diverse tra di loro, hanno significativi punti d’incontro nella comune esperienza della deportazione (intesa in senso ampio di sradicamento forzato e punitivo dalla propria vita e dalla propria terra), della reclusione nei lager o nei campi speciali per lavoratori (sottoposti a un livello esistenziale più o meno subumano) e del lavoro coatto finalizzato allo sfruttamento e, in ultima istanza, all’annientamento psicologico, morale oltre che fisico dei nemici del nazismo.

Negli ultimi venti anni la storiografia, per supplire alla scarsità di studi e di documentazione sulla deportazione italiana, in particolare quella politica, ha fatto largo uso della fonte delle testimonianze orali, che hanno consentito di fare luce su molteplici aspetti del sistema concentrazionario. Poche ricerche invece hanno riguardato, almeno in Italia, una fonte di prima mano, coeva, ancora reperibile in misura relativamente discreta e mai prima d’ora esplorata con ampiezza e sistematicità, rappresentata dalla corrispondenza (ammessa solo in alcuni casi, entro certi limiti e comunque sottoposta a censura) e dai diari (rigorosamente
clandestini).

Questo lavoro, dunque, in un momento in cui gli studi sulla deportazione dall’Italia hanno ripreso vigore anche grazie alla pubblicazione del “Libro dei Deportati” e al fiorire di manifestazioni in occasione della Giorno della Memoria, propone una storia dal basso della deportazione e del lavoro coatto, ricostruita e raccontata con la viva voce delle vittime attraverso gli scritti coevi. Il suo obiettivo è duplice: recuperare e rimettere a fuoco la memoria collettiva di una vicenda troppo spesso e troppo a lungo dimenticata e contribuire alla ricostruzione storica, dettagliata e approfondita, attraverso il recupero e lo studio sistematico di una gran mole di fonti – i diari e le lettere appunto – utili per sopperire alla carenza di documenti ufficiali.

I diari e le lettere raccolti, scritti tra la fine del 1943 e il 1945, sono per lo più inediti o pubblicati esclusivamente a livello locale e familiare e sono stati raccolti in forma di antologia che, nella sua cadenza tematica e cronologica (la partenza, il viaggio, la vita e la morte nei lager e nei luoghi di lavoro forzato, fino alla liberazione e al ritorno dei
sopravvissuti), consente un’approfondita rappresentazione corale del mondo capovolto della deportazione, attraverso la voce dei protagonisti annotata nel vivo degli avvenimenti.

Si tratta di documenti di straordinario valore storico, anche perché non hanno il carattere di memorie successive, ma sono stati scritti nel calore degli avvenimenti: ne emerge un quadro vario e articolato, nel quale la particolarità della singola esperienza, sottoposta ai vincoli della corrispondenza censurata e della scrittura clandestina, grazie alla coralità delle testimonianze diventa tassello di un racconto storico più ampio e generale. Il dramma individuale si fa cioè collettivo e l’apparente frammentarietà delle testimonianze diventa una risorsa preziosa per mettere a fuoco da vicino e nel dettaglio ogni singolo aspetto della vicenda storica generale.

L'unità d'Italia? Una rivoluzione. Manifestazione conclusiva del 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Sala Protomoteca del Campidoglio, 24 gennaio


A conclusione delle numerosissime iniziative che in tutta Italia sono state promosse dagli organismi periferici dell’ANPI, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, viene proposta a livello nazionale una riflessione a più voci, non solo di valutazione, ma anche di prospettiva che ha l'Alto Patronato del presidente della Repubblica.

La manifestazione (la partecipazione è a inviti) che si svolgerà il 24 gennaio, dalle ore 16 alle 19,30 presso la Sala Protomoteca del Campidoglio, vedrà come protagonisti:

LUCIO VILLARI: "L’unità d’Italia come rivoluzione politica e civile".

LUIGI GANAPINI: "Questione meridionale e questione sociale: nodi irrisolti dell’Unità".

ELENA PACIOTTI: "Unità d’Italia ed Europa".

STEFANO RODOTA’: "Le virtù degli italiani".

CARLO SMURAGLIA: "Resistenza, Costituzione e Unità d’Italia".

Modera ALESSANDRA LONGO, giornalista di Repubblica.

In un comunicato l'Anpi nazionale sottolinea che "L’Unità d’Italia, una vera rivoluzione politica e civile, ha resistito alle prove più dure, alla retorica del fascismo, alla guerra e alla divisione in due del Paese tra il ’43 e il ’45, agli attacchi sconsiderati, al decorso del tempo; resisterà anche alla crisi economica e politica. In tutti questi frangenti, non solo ha tenuto, ma si è consolidata col determinante apporto della Resistenza e della Costituzione".

"Esistono, come è noto, alcuni nodi irrisolti e alcune questioni aperte; ma ci sono ormai tutte le premesse per affrontarle con decisione ed avviarle a soluzione, per realizzare un’Italia ancora più unita, indivisibile e democratica".